Montesarchio: Riapre la Torre con il Ratto d’Europa

23 Marzo 2016

Montesarchio: Riapre la Torre con il Ratto d’Europa

La bellezza salverà il mondo. Ne siamo sempre più sicuri, sopratutto dopo aver visto, di nuovo da vicino, il Ratto d’Europa. Si tratta di un cratere attico, che veniva usato nei Simposi, dove si mescolava l’acqua al vino. Ma, questo particolare cratere, non fu usato per questo scopo, ma commissionato da un nobile e colto sannita, come monumento funebre per la sua tomba. Voleva testimoniare agli Dei o, forse, anche ai posteri che lui era un adepto di questa arte della discussione, dove si parlava di tutto di arte, storia, filosofia ed anche d’amore.
Mette i brividi sapere che tutto questo avveniva nella nostra Valle quattro secoli prima della nascita di Cristo, quando Roma era poco più di un villaggio. Il vaso fu commissionato ad Asteass, un artigiano di Paestum, che nell’antichità era una vera e propria celebrità e che aveva una vera e propria scuola, ma  firmava solo le opere più belle e riuscite. Così fece per il Ratto d’Europa.
Oggi, il cratere è tornato a casa. E’ possibile di nuovo vederlo da vicino nella splendida Torre angioina di Montesarchio. Si tratta di un’opera così affascinante da essere richiesta in tutto il mondo. Ma, a Montesarchio, è stato fatto uno sforzo ulteriore. Le figure del cratere, il toro bianco, la principessa Europa e gli dei che guardano prendono vita, grazie al gioco di luci e suoni, realizzati da Francesco Capotosti, e raccontano quel mito straordinario. Zeus si invaghisce della principessa di Tiro, si trasforma in un candido toro e la porta via, sino a Creta. E, dal nome della principessa, i Greci battezzeranno così il continente che popolarono e al quale diedero una civiltà che dura tutt’oggi. La riapertura della Torre e la nuova esposizione del cratere, per uno strano scherzo del destino, sono arrivate proprio il giorno dopo l’attacco terroristico a Bruxelles, che è un po’ la capitale della nostra Europa, un faro di civiltà, di libertà e tolleranza. Ha fatto bene, quindi, il sindaco Franco Damiano a porgere un pensiero alla vittime innocenti del Belgio. Perché si tratta di un attacco ai nostri valori e alla nostra civiltà. Quei valori e quella civiltà che si trovano tutti nel cratere attico più bello del mondo, che dobbiamo assolutamente andare ad ammirare e che deve essere sempre più il simbolo della nostra Valle Caudina.

Peppino Vaccariello

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