Valle Caudina: il mistero del suicidio di un ragazzo

21 Luglio 2021

Valle Caudina: il mistero del suicidio di un ragazzo

Valle Caudina: il mistero del suicidio di un ragazzo. Qualche giorno fa un ragazzo di appena 25 anni ha deciso di farla finita. Il suicidio ha colpito molto l’opinione pubblica perché è avvenuto presso l’Università Federico II di Napoli.

Indifferenza

Si tratta di uno studente che, forse, da tempo, lottava da solo contro suoi fantasmi. Purtroppo la fragilità di tanti ragazzi porta a fare dei gesti inconsulti. Ma quel che è grave resta l’assoluta indifferenza che accoglie il disagio di tanti giovani.Per questo motivo abbiamo chiesto un’opinione agli studenti universitari della Valle Caudina.

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La riflessione sulla tragedia

E’ difficile, se non impossibile, provare a comprendere i motivi che hanno spinto il 25enne  a compiere un gesto tanto estremo.Tuttavia, gli studenti della Valle Caudina hanno cercato una spiegazione all’accaduto.

La carriera universitaria vista come una gara

Secondo i nostri giovani, infatti, l’Università non è più socialmente considerata come un normale percorso di studi.Ma è diventata quanto più una competizione. I
ragazzi si sentono costantemente pressati dalla puntualità con cui bisogna conseguire la laurea.

Valle Caudina: il mistero del suicidio di un ragazzo

Chi si laurea in 5 anni accademici, ad esempio, è una persona da stimare. Mentre il fuori corso è diventato qualcuno da condannare. Gli vengono generalmente rimproverate la
lentezza e la svogliatezza con cui studia. Ma molto più crudelmente, viene ritenuto un buono a nulla.

Ci si dimentica, però, di un fattore fondamentale. Un ragazzoiscritto all’Università non è solo uno studente, ma prima di tutto un essere umano. E’ una persona con pregi e difetti, desideri e passioni, sogni e paure.

Il timore di deludere

Per i ragazzi della Valle Caudina, un altro aspetto che opprime gli studenti universitari è l’aspettativa genitoriale. Ogni famiglia che si rispetti investe nel futuro dei propri figli. Ma sbaglia quando pretende che portino solo voti brillanti a casa, senza mai fallire un esame.

A detta dei ragazzi caudini, la cosa peggiore che un  genitore possa fare è far pesare al proprio figlio il successo di un suo coetaneo. Bisognerebbe vivere la laurea di un amico con allegria, senza percepirla come un fallimento personale.

Questo atteggiamento fortifica l’insicurezza nei ragazzi e li allontana dal loro traguardo, creando in essi un forte senso di inadeguatezza e inferiorità.

Il mistero di un suicidio

Il suicidio resta un mistero ad ogni età. Dare attenzione a chi soffre, anche se in silenzio, potrebbe rappresentare un sicuro palliativo.Evitare di caricare gli studenti di eccessive responsabilità è un altro fattore da tenere presente. Senza dimenticare che gli esami nella vita non finiscono mai. E alcuni portano voti eccellenti e altri molto deludenti.

Giovanna Casale.

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