Valle Caudina: l’emozione della calza appesa al camino

Redazione
Valle Caudina: l’emozione della calza appesa al camino
Valle Caudina: l'emozione della calza appesa al camino

Valle Caudina: l’emozione della calza appesa al camino. Le calze appese al camino, il proposito di restare svegli ed il dilemma se si era stati abbastanza buoni da non meritare cenere e carbone. La notte tra il 5 ed il 6 gennaio era così per tutti i bambini del Sud Italia e della Valle Caudina.

Al Nord era diverso. I regali ai piccini arrivano la notte tra il 24 ed il 25 dicembre. Attenzione, però, non li portava ancora Babbo Natale, ci pensava Gesù Bambino

Si potrebbe chiamare l’epoca prima di Babbo Natale.

Oggi può suonare anche un poco strano e sarebbe difficile anche spiegarlo ai bambini, eppure sino alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso, i regali non arrivavano il 25 dicembre, non li portava Babbo Natale. Ma arrivavano il sei gennaio e li portava la Befana.

Eravamo un po’ meno americani e più legati alla tradizione dell’arrivo dei Magi. Della vecchina si aveva anche un poco paura perché concreto era il rischio che la calza potesse essere piena di cenere, carbone e qualche buccia di mandarino.
Insomma, altri tempi, completamente diversi da quelli di oggi.

Quanta emozione nell’appendere quella calza e poi la gara a restare svegli per vedere all’opera la Befana. Una gara che nessuno hai mai vinto. Spiegare oggi ai bambini cosa volesse dire appendere le calze, risulterebbe davvero difficile..

Poi, purtroppo, la gara  finiva il giorno in cui qualcuno rivelava che la Befana non esisteva ed erano i genitori a riempire le calze. Ma, in fondo in fondo, a quella rivelazione non si è mai creduto e questa notte molti occhi resteranno sbarrati come tanti anni fa.