Valle Caudina: Lupi e canidi sul territorio sannita

Redazione
Valle Caudina: Lupi e canidi sul territorio sannita

Nell’Appennino centro-meridionale italiano sono presenti non meno di 1.200 lupi (“canis lupus”), molti di più di quanti popolano le Alpi: ma il vero problema alle greggi, agli armenti e agli altri animali non è rappresentato da questo canide, quanto piuttosto dai cosiddetti ibridi.
E’ questa una delle conclusioni cui è giunto il Convegno-dibattito svoltosi presso la Sala “Avolio” del Musa in contrada Piano Cappelle a Benevento sul tema: “Randagismo, lupi ed ibridi in Provincia di Benevento”.
Con il termine “ibridi” si intendono: o i cani comuni che vengono scelleratamente abbandonati nelle campagne dai proprietari; o i randagi; o i cani che si sono accoppiati con gli stessi lupi. I cani comuni abbandonati, rinselvatichiti, rappresentano un concreto pericolo anche per l’uomo. Negli anni scorsi in molte aree del Sannio furono rinvenute carcasse di questi ibridi uccisi a fucilate o avvelenati: nelle “migliore” delle ipotesi si trattava della reazione (sbagliata) di allevatori che temevano per i propri animali che venivano attaccati alla gola nei recinti di fortuna o nelle stalle.
Il fenomeno divenne talmente preoccupante che il Servizio Forestazione della Provincia curò con l’Istituto di Gestione della Fauna onlus una rilevazione scientifica sulla presenza di questi canidi sul territorio provinciale. E proprio questo studio, che ha richiesto un anno di appostamenti nei luoghi strategici soprattutto dell’Alto Sannio e del Fortore, è stato appunto presentato al Musa. Si tratta di in un intervento che ha consentito di avere a disposizione, cosa molto rara in tutto il Paese, dati certi sulla popolazione di canidi per studiare misure appropriate.
La rilevazione ha permesso di stimare che i lupi e i canidi sono presenti sulla direttrice montuosa che dal Matese e dal Molise porta in Puglia attraverso il Sannio dai territori di Pietraroja – Cusano Mutri fino a Castelfranco in Miscano verso la Daunia. La stima è che per ogni Km quadrato di territorio sia presente 1,7 esemplari di canidi, pari ad 1/3 in meno dei canidi presenti nel resto della Regione. La rilevazione però è coerente con la stima nazionale, illustrata dal dott. Ettore Randi dell’ISPRA, che rileva un forte aumento della presenza dei lupi dopo la quasi estinzione registrata alla fine degli Anni Cinquanta. Tale aumento, nemmeno paragonabile però alla crescita esponenziale dei cinghiali e dei corvidi, conseguenza anche dell’aumento del 33% della superficie delle foreste (a sua volta effetto diretto dell’abbandono delle campagne), si accompagna con la crescita degli ibridi con gravi effetti sulla zootecnia, uno degli elementi portanti dell’economia agricola locale. A tutto questo si aggiunge il preoccupante fenomeno degli incroci fatti da “apprendisti stregoni” tra veri lupi e cani-lupo o cani pastore: sfruttando Internet, questi “allevatori” e creatori di nuove specie (in particolare negli USA ma anche nei Paesi dell’Est Europa) mettono in circolo, arricchendosi, canidi sui cui comportamenti e sulle cui reazioni nel lungo periodo non esistono certezze e per i quali pertanto sarebbe necessario assumere ogni cautela.
Infine, c’è il fenomeno di chi si porta a spasso, con tanto di guinzaglio e collare, un vero e proprio lupo (di solito proveniente dalle foreste della ex Cecoslovacchia).
Tutto questo non fa che aumentare i pericoli di attacco alle greggi e agli stessi esseri umani. (immagine da web)