Il terremoto in Turchia, Sanremo e la nostra vita

Redazione
Il terremoto in Turchia, Sanremo e la nostra vita
Il terremoto in Turchia, Sanremo e la nostra vita

Il terremoto in Turchia, Sanremo e la nostra vita. Come stride la vita, nella sua universalità e nel suo particolare. Consumiamo notizie usa e getta, alla ricerca di qualcosa che possa davvero stupirci, un eclatante che faccia schiantare la nostra coscienza intorpidita.Add

Affacciati alle finestra del mondo

Ma restiamo lì affacciati alla finestra del mondo, beandoci  delle nostre margherite, ad assistere alle vite degli altri , altro da noi, vicini negli occhi ma lontani dai cuori. Distanze siderali, steccati invalicabili, chiusure volute e ansie e paure e punti di riferimento perduti. Un “Homo Incertus”che finisce con il vivere malissimo, paralizzato dalla sua stessa insicurezza, che non ha più nemmeno il coraggio di agire.

Riflettevo proprio su questo, il coraggio che manca di “esser-ci”, essere lì istante dopo istante , artefici della propria vita,per  sentirsi scorrere il sangue, emozionandosi, appassionandosi, lasciarsi cadere dal precipizio della passione perché è dallo schianto che liberiamo quelle ali che regalano libertà, libertà dai lacci di un vivere banale,sottotono, indifferente.

E basta poco, un minimo di attenzione per rendersi conto che questo è possibile, che è possibile superare la calma piatta di un’esistenza attraversata come un mare calmo,piccoli passi, piccoli gesti a volte a determinare un cambiamento. E nel frattempo l’inesorabile tempo trascorre,la vita accade e non sempre ne siamo gli attori protagonisti. E nel frattempo ciò che abbiamo dimenticato , torna crudelmente alla realtà.

Così un terremoto catastrofico ci mette di fronte alla nostra piccolezza , perché ci sentiamo grandi e invincibili a parole ma poi a vincere è l’incombere di madre natura che poi ci riporta ai ranghi. Ma funziona per poco, perché se c’è un essere testardo, smemorato, irriconoscente su questa terra è proprio l’uomo.

Ma  tutto continua a stridere in un’altalena di contrasti,di bianco e nero, di bello e brutto, di bene e male.

E mentre stasera vedrò il Festival di Sanremo sono certa che farò finta di non sentire bussare la mia coscienza, mi lascerò sedurre dai richiami di quelle “canzonette”, cercando nella musica qualcosa che mi dia pace, cercando ancora,dopo 40 anni, quella “Vita spericolata” già consumata ma mai arrivata.

                                                                                                                                                                                                                              Angela Ragusa