Montesarchio: Domenica prossima ingresso gratuito al museo del Sannio Caudino

2 Novembre 2018

Montesarchio: Domenica prossima ingresso gratuito al museo del Sannio Caudino

Domenica 4 Novembre l’Area Archeologica del Teatro Romano di Benevento con il Museo Archeologico del Sannio Caudino, insieme ad oltre 480 tra musei, siti archeologici e monumenti in tutta Italia accoglieranno liberamente cittadini e turisti per una giornata dedicata alla scoperta del patrimonio culturale nazionale. L’iniziativa, che rientra nel programma Domenica al Museo, ha visto la partecipazione in tutte le sue edizioni di oltre 10 milioni di visitatori nei soli musei statali.
Il Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino di Montesarchio, inaugurato nel 2007, occupa il primo piano dell’ala Nord del Castello ed è dedicato alla storia e all’archeologia della Valle Caudina. Dalla ricostruzione del paesaggio in età preistorica (sala I), accompagnata dall’esposizione di reperti rinvenuti in varie località del Sannio Caudino, si passa all’ampia sezione dedicata al sito di Caudium, l’attuale Montesarchio (sale II-IV). In ordine cronologico sono esposti alcuni corredi delle necropoli caudine, databili tra la metà dell’VIII e il III secolo a.C., che testimoniano la ricchezza e la complessità del sito, interessato da intensi scambi commerciali con le città greche della costa e il mondo etrusco-campano. Di particolare interesse sono i numerosi vasi figurati di produzione attica e italiota – soprattutto crateri -, rinvenuti in tombe risalenti al V-IV secolo a.C. L’ultima parte del percorso di visita è dedicata agli altri due importanti centri del Sannio caudino: Saticula (Sant’Agata dei Goti) e Telesia (S. Salvatore Telesino), di cui si espongono materiali esemplificativi provenienti dalle ricche necropoli. Con il museo è visitabile il Castello di Montesarchio, posto su un’altura rocciosa del Monte Taburno all’interno del Parco Regionale del Taburno-Camposauro, ha rappresentato fin dall’Alto Medioevo una delle fortificazioni più importanti tra la pianura campana e l’entroterra appenninico. Sorto probabilmente in epoca longobarda, venne occupato dai Normanni di Ruggiero II (1137) e fu ristrutturato in epoca sveva, durante il regno di Federico II. Nel periodo aragonese il fortilizio ricevette la sistemazione ancora oggi conservata: due corpi di fabbrica ai lati di un cortile centrale e una monumentale torre cilindrica posta sullo sperone roccioso dominante la città di Montesarchio. A seguito della guerra tra Carlo V e Francesco il Castello fu confiscato e concesso al marchese del Vasto Alfonso II d’Avalos nel 1532. Nel 1830 il Castello, passato nuovamente al demanio regio, fu destinato a prigione di stato. Prima ancora che venissero terminati i lavori di adeguamento (1852-1855) furono imprigionati nel carcere di Montesarchio alcuni patrioti illustri, tra cui Carlo Poerio, Sigismondo Castromediano, Michele Pironti, Nicola Nisco. Continuò a mantenere la funzione di prigione fino alla seconda guerra mondiale, mentre negli anni Sessanta fu destinato ad orfanotrofio (Istituto Mater Orphanorum).

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