Valle Caudina: E venne il tempo della pizza “chiena”

Redazione
Valle Caudina: E venne il tempo della pizza “chiena”

E arrivò il tempo della “pizza chiena”. Non si può tradurre questo aggettivo in italiano, o meglio: la traduzione sarebbe “piena” ma così non viene dato il senso di tutto quel che di buono c’è in questo rustico tipicamente pasquale. E tipicamente nostro, da non confondere con il casatiello napoletano o con altre pizze salate.

La pizza è “chiena” perchè rappresenta il trionfo dell’abbondanza dopo la lunga e, diciamolo pure, triste quaresima. Al suo interno si trova ogni ben di Dio: uova, formaggio di più tipi, e salumi che vanno dal prosciutto alla rinomata soppressata.

Il formaggio deve essere primo sale ed i salumi quelli di primavera ossia quelli pronti dopo la lunga conservazione invernale.  La preparazione, generalmente, inizia la preparazione ma per assaggiarla si deve soffrire ancora. La tradizione, infatti, vuole che si possa mangiare solo a “campane sciolte”. Praticamente, solo oggi, sabato santo, si è potuta, finalmente, assaggiare questa prelibatezza. Ed immaginiamo la tortura di chi ha rispettato la tradizione, perché quest’anno con tutta la famiglia costretta a stare a casa è stata veramente dura.

Ci sono tante altre bontà che vengono preparate per Pasqua: i taralli, dolci e salati, quelli con il naspro, i pizzi palummo, le pastiere ed anche la pizza con la pasta, che è una pizza chiena rivisitata alla quale viene aggiunta appunto la pasta.Ma la regina, dalle nostre parti,  resta la pizza chiena.

Sino a non molti anni fa, era attesissima nella nostra civiltà contadina. Gli ingredienti erano trovati tutti in casa. Si conservano le uova e venivano usati formaggi ed insaccati di propria produzione. I nostri nonni contadini, infatti, erano anche un po’ allevatori ed avevano tutti qualche capretta per il latte e soprattutto crescevano i maiali per fare provvista di carne per un anno intero. L’apoteosi di tutto questo era proprio la pizza chiena, che veniva cotta nel forno a legna, magari mettendo insieme quelle di diverse famiglie.

Ora, grazie a Dio, non si deve attendere Pasqua per mangiare queste cose ma difficilmente si prepara questa bontà e vera e propria bomba calorica lontano da questa festività.Proprio per questo, forse, resta qualcosa di unico, un sapore che da il vero senso della Pasqua Caudina. Ed anche la pizza chiena ha un alto valore simbolico come tutte le pietanze che, secondo la tradizione, vengono preparate la per la santa Pasqua.

La comunanza, la quasi sacralità della preparazione, quest’anno è stato ancora più e sentita. In questa Pasqua 2020 la pizza è chiena anche dele nostre paure, delle incertezze per il domani, della voglia di tornare a riveder le stesse e mangiarne una fetta con gli amici.

Gli Ebrei per la loro Pasqua, come augurio si scambiano una promessa che dice:” L’anno prossimo a Gerusalemme”. In questo modo il popolo di una diaspora, durata migliaia di anni, si augurava e si augura di tornare nella terra promessa.

Facciamoci anche noi un augurio ed una promessa, l’anno prossimo la pizza sarà ancora più chiena e sarà consumata in compagnia.