Terremoto: quel 23 novembre che non passa mai

Il Caudino
Terremoto: quel 23 novembre che non passa mai

Cervinara. Lo scempio dell’abbattimento di uno dei campanili della chiesa del Carmelo in piazza Municipio; il palazzo marchesale di Ferrari puntellato; piazza Municipio, con il comune ancora in piedi, l’arrivo delle roulotte; l’alienazione dei campi container; bimbi che giocano tra quella scatole di lamiere ed un mercato settimanale in via Roma con i container nella villa comunale; l’abbattimento di palazzo Clemente, sempre in via Roma.. Scene di 34 anni fa. Per ricordare il sisma del 1980, domani è la fatidica data del 23 di Novembre,e cade proprio di domenica, come allora. Vi offriamo questa galleria fotografica. Immagini in bianco e nero che sembrano arrivare da un’altra epoca e testimoniano come anche da noi il sisma sia stato uno spartiacque. C’è un prima e dopo terremoto anche per la Valle Caudina,che, fortunatamente, non contò vittime. I tremila morti, di quel giorno di festa finito nell’orrore, si contarono nei paesi dell’Alta Irpinia e della Basilicata. Da noi, il terremoto creò danni e disagi, tanti per la popolazione. Dopo i container arrivarono i prefabbricati pesanti che sono rimasti sino ad oltre il duemila. Ci sono, almeno due generazioni di bambini, per i quali il concetto di casa era rappresentato da quelle maledette baracche, gelide di inverno e roventi d’estate. E, dopo i veri terremotati, in quelle scatole arrivarono gli occupanti, coloro che erano senza casa, In alcuni casi ci fu pure un turpe mercato di compravendita. La lunga fase del dopo terremoto ha portato allo scempio urbanistico, ancora sotto gli occhi di tutti, alla ricostruzione di case che, per incanto, diventarono palazzi, in spregio di ogni norma di salvaguardia. Ed ancora al denaro facile, alla nascita di un incredibile numero di imprese edili, costellati da geometri, ingegnere ed architetti. Con la politica che non riuscì a guidare questa sorta di grande sbornia collettiva, al termine della quale, in pochi si sono arricchiti e per gli altri non ci sono state neanche le briciole. E, una delle conseguenze più evidenti è stata la fine della vocazione agricola che aveva il centro caudino. La confisca dei terreni per realizzare il primo lotto dell’asse attrezzato e per la zona Asi è stato il colpo mortale alla civiltà contadina. Non sappiamo chi ha scattato queste foto, che sono un documento eccezionale. Noi le abbiamo rifotografate, con il cellulare, e ci scusiamo per la loro risoluzione, grazie alla gentile concessione dell’avvocato Mario Napolitano. Si tratta di immagini, che oramai si avviano a diventare storiche e sulla quali, tutt’ora, c’è molto da riflettere. Il terremoto lambì Cervinara, ma i suoi effetti non sono ancora terminati.

Peppino Vaccariello

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