Valle Caudina: terra di sospetti, veleni e calunnie

Redazione
Valle Caudina: terra di sospetti, veleni e calunnie

Valle Caudina. Sospetti, veleni, calunnie, parole dette a mezza bocca e poi le lettere anonime. Fatti che sono diventati all’ordine del giorno nella politica della Valle Caudina. Viene proprio voglia di chiedere quando abbiamo subito questo cambiamento antropologico che ci ha fatti diventare  avvelenatori di pozzi.
Si può certo affermare che si tratta di una deriva nazionale che investe anche la nostra terra, ma non è solo questo. E non si tratta solo della politica, ma investe l’intera società. Si assiste inermi ad un gioco allo sfascio dove vince chi distrugge di più.  E la politica è solo la punta dell’iceberg. Viene assegnato un appalto? Immediati partono i sospetti che la gara sia stata manipolata per far vincere Tizio a spese di Caio. Mai, però, che fossero presentate accuse precise, corredate da documenti alle competenti autorità.
Si sparge il sospetto, si insinua, si manipola la verità. E, se hai la pazienza di risalire alla fonte, puoi anche scoprire che la voce arriva da chi voleva a tutti i costi gestire perché si è fatto sempre così. Ma, ripetiamo, non si tratta solo di politica, di lavori pubblici e di denaro. Provate a chiedere ai dirigenti scolastici alle prese con la composizione delle classi di ogni ordine e grado, le pressioni che subiscono perché il figlio di Tizio non deve essere in classe con la figlia di Sempronio? Si cerca di fare una sorta di selezione che pensano sia verso l’alto. Oppure, provate ad interrogare chi dedica il proprio tempo ad aiutare le persone che soffrono. Sono loro ad essere quelli più sotto tiro. La domanda è sempre quella, perché lo fa? E vale per ogni tipo di attività. Vale perché siamo diventati così, cattivi ed inebetiti. Perché ci piace credere al sospetto, alla cattiveria, alla diceria, ma solo a quella cattiva, spesso putrida. Una vera e propria mutazione antropologica che ci spinge verso il basso. È come se vivessimo in una stanza satura di fumo e nessuno aprisse la finestra anche se basterebbe solo allungare la mano per arrivare alla maniglia.

Peppino Vaccariello